lunedì 22 febbraio 2010

Non Aspettiamo la Coerenza dei Politici

di gianpaolo marcucci

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Un altro anello importante della catena che ci tiene imprigionati nella fortezza delle nostre convinzioni è di sicuro il concetto di coerenza. L'individuo per sua struttura deve mantenere nei suoi pensieri atteggiamenti comportamenti, un certo equilibrio sistemico che lo renda unitario, coerente con se stesso. Tale considerazione, figlia dell'idea che l'uomo sia un unico blocco, o comunque un "insieme chiuso", seppur per taluni aspetti risulti comprensibile, ci fa incorrere spesso in una questione fondamentale, un problema che come pochi altri rallenta sistematicamente l'arrivo consapevole al traguardo di un'intelligenza collettiva che ci porti ad una partecipazione maggiore più equa e diretta alla vita politica.

L'uomo per sua natura non è coerente. Potrebbe dire in un momento della sua vita che non compierebbe mai una precisa azione, non compierla, e poi dopo anni, giorni o minuti, trovarsi a compierla senza indugio o ripensamenti. La coerenza interna è uno strumento di controllo, una gabbia dello spirito, un deterrente all'evoluzione. E' solo ammettendo che si potrebbe pensare, dire o fare qualsiasi cosa e mettendo in discussione continuamente la propria posizione, che la creatività e la vita possono manifestarsi. I cambiamenti più significativi si rendono possibili mettendo in discussione tutto, anche gli strumenti abituali, cercando strade nuove, prima impensabili. Allo stesso modo, lasciare che un solo aspetto di una persona ne influenzi la percezione di tutti gli altri, rende impossibile lo sfruttamento di risorse e soluzioni utili.

Nella società odierna, in cui tutto è ridotto al battibecco personale e allo scontro emotivo ed impulsivo, se abbiamo a che fare con una persona che risulta "diversa" da noi, antipatica, maleducata o corrispondente ad un modello che la società o la televisione ci rappresentano come negativo, saremo istintivamente portati ad ascoltarla con pregiudizio, e a screditare qualsiasi cosa tale persona porti alla luce. Se di fronte a noi ci sarà però qualcuno di "fidato", riconosciuto come simile o come modello positivo, daremo più attenzione e prenderemo più spesso in considerazione i lati positivi rispetto a quelli negativi di ciò che ci proporrà. E' dimostrato in molti esperimenti di psicologia sociale che di fronte ad un identico discorso politico inventato dallo sperimentatore, l'uomo reagisce in maniera diversa a seconda di chi, lo sperimentatore, pone come autore del discorso. Per avere un'evoluzione a livello sociale e politico, un tale atteggiamento, che fa capo ad istinti e categorie mentali strutturate, va radicalmente cambiato. Dobbiamo imparare a liberare le soluzioni da chi le propone.

Una buona soluzione, resta una buona soluzione e va applicata a prescindere da chi l'ha proposta. Tutti gli esseri umani sono imperfetti, è impossibile trovare chi non lo è. E' evidente che troverete sempre qualcosa di criticabile in una qualsiasi persona (Da Berlusconi a Grillo, da vostra madre a voi a stessi). Di fronte a tale situazione, se anzi che giudicare una soluzione in base alla persona che la porta in luce la giudicate solo in quanto "soluzione", di sicuro, se essa si dimostrerà efficace, ve ne infischierete di colui che l'ha proposta, di quanto guadagna o di cosa fa, e vi industrierete il più possibile per adottarla e farla adottare. Impariamo a liberare le soluzioni dalle persone, e con l'avanzare della consapevolezza, l'immagine di un gruppo ristretto e privilegiato di politici che si spartiscono il potere barricati dietro ai media, non avrà più senso, perché a governare saranno direttamente i cittadini, le persone, gli uomini, attraverso le idee, l'ingegno e la creatività di tutti.

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