lunedì 23 agosto 2010

Videogiochi, Aspetti Positivi e Negativi

DI CLAUDIA GALBIATI

videogiochi

Il gioco è per il bambino una spinta innata verso la conoscenza del mondo intorno a sé. Nel corso della vita assume caratteristiche differenti, il bambino inizia il suo percorso con i giochi senso-motori che l’aiutano ad apprendere l’uso del proprio corpo e degli strumenti che possono modificare le relazioni con gli oggetti.
 
Successivamente è attraverso il gioco simbolico (fare finta di), che il bambino  arrivare a sviluppare le caratteristiche della propria personalità e di come ci si relaziona con le altre persone. I giochi di ruolo sono quindi una palestra naturale per sviluppare le prime interazioni sociali e le capacità di inserimento sociale. Crescendo il bambino dedica sempre meno tempo al gioco.  Gli impegni scolastici e altre attività occupano sempre di più il tempo del bambino ed il gioco viene visto come momento per scaricare la tensione e recuperare le energie. L’utilizzo dei videogiochi è spesso determinato all’attrazione delle nuove possibilità tecnologiche che la società ci offre e che appassiona non solo i bambini ma anche molti adulti. Giochi ambientati nelle più disparate epoche storiche e situati in differenti luoghi della terra, ricchi di particolari, talmente ben curati da sembrare reali. Giochi che richiedono la pianificazione di azioni e la permanenza davanti allo schermo di parecchie ore. Vi è da sempre un dibattito aperto: i videogiochi fanno bene o fanno male? Non è facile dare una risposta precisa a questa domanda. Numerose ricerche hanno dimostrato sia gli effetti positivi di questi giochi che quelli negativi. Le ricerche hanno dimostrato che i  videogiochi incrementano la velocità di riflessi e la capacità di reazione; possono stimolare la comprensione della trama e dei compiti da svolgere, sostengono il pensiero induttivo e rappresentazionale. I videogiochi aiutano a sviluppare obiettivi a lungo termine, prendere decisioni ed affrontare difficoltà. Negli ultimi anni sono stati sviluppati molti giochi a scopo educativo, che aiutano anche nella riabilitazione di disturbi specifici dell’apprendimento ( es. dislessia ). Questi favoriscono apprendimenti specifici su alcune tematiche, aiutano ad ampliare il vocabolario del bambino, favoriscono gli apprendimenti scolastici. Alcuni software addirittura aiutano il bambino a gestire paure, incoraggiano l’interazione sociale e l’autoregolazione del proprio comportamento. Questi giochi sono indubbiamente preferibili a quelli spesso in commercio nelle grande distribuzione che in genere stimolano poco la concentrazione. Il cervello è continuamente attivato da stimoli veloci che richiedono un comportamento immediato e non riflessivo. Spesso inoltre raccontano storie violente, richiedono comportamenti aggressivi oppure si affronta un mondo molto lontano dalla realtà. Il pericolo di questi videogiochi è che diventino un  surrogato della realtà, che possono generare bassa autostima, sviluppare paure e innescare comportamenti antisociali.
 
- scegliere accuratamente il gioco da proporre al proprio figlio: favorire giochi didattici, che stimolano la concentrazione e il ragionamento logico.  Individuare quelli che sviluppano dei comportamenti sociali adeguati. Preferire i giochi che coinvolgono anche altri bambini per favorire le relazioni sociali.
- limitare il tempo impiegato nell’uso dei videogiochi, dare  regole sul tempo e che questo sia sempre supervisionato dai genitori. Come abitudine effettuare delle brevi e frequenti pause.
- E’ importante rielaborare insieme a bambino il contenuto del videogioco, per aiutarlo a distinguere ciò che è reale da ciò che è fantasia. Discutere sul comportamento messo atto nel videogioco e far capire che i modelli proposti, a volte, non sono in linea con il comportamento atteso nella realtà.

FONTE: PAGINEBIMBO

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