mercoledì 20 ottobre 2010

Alle Radici dell'Altruismo

DI ANTONIO PACILLI

altruismo


Le relazioni interpersonali sono alla base delle dinamiche sociali.

Affinché una relazione sia costruttiva e consenta un interscambio genuino, vi è bisogno che tale relazione sia basata sulla massima apertura di un soggetto nei confronti dell'altro. Per “apertura” si intende la capacità di comprendere le emozioni altrui e di identificarsi con le stesse. Vivere sinceramente il disagio o la gioia delle altre persone è l'anticamera dell'altruismo. Oggi non è semplice trovare relazioni che siano basate in maniera naturale su tali sentimenti. Oggi vi è un senso di moralità diffuso che non esprime la vera natura dell'altruismo, ma ne dà una forma socialmente compatibile. Si tratta di quell’altruismo che “è bene” venga mostrato in quanto dà un’immagine migliore e regala un’illusoria tranquillità alla coscienza delle persone. Tale circostanza rende false molte forme di altruismo che troviamo nella nostra società. Infatti, spesso ci troviamo in presenza di quello che potremmo definire un “altruismo socializzato”. E’ possibile trovare il vero altruismo nei bambini, nei primi anni della loro esistenza fino a 15-18 mesi. Altruismo incondizionato che non è deviato dagli standard della nostra società. Nasciamo altruisti, ma perdiamo questo sentimento e questo essere della nostra persona, man mano che la realtà imposta diventa il registro della nostra crescita personale.

Molto dipende dai genitori. Se i genitori guidano i bambini nella comprensione dei loro istinti, li aiuteranno a crescere mantenendo vivo il loro senso empatico. Senso empatico che potrebbe anche essere una reazione a ciò che invece è mancato, ad alcuni bambini, dei propri genitori. In quest’ultimo caso, pur ottenendo effetti simili sulla sensibilità, avremo un processo di certo più travagliato e che, in ogni caso, lascerà segni sulla personalità dell’individuo. Vi è anche un altro fattore da considerare. L’uomo ha due istinti primordiali che, sebbene non siano chiaramente espressi nei comportamenti delle persone, sono ancora radicati nel DNA della massa. Stiamo parlando dell’istinto di sopravvivenza e dell’istinto di riproduzione. I media generalmente agiscono su tali istinti per diverse finalità di controllo, producendo un effetto di adombramento dell’istinto di altruismo che è presente nei bambini. Se la prevalenza delle persone soggette ai media si sottraggono a tali azioni di controllo e si sforzano di essere consapevoli delle proprie emozioni, potranno aumentare la propria capacità di ascoltare e comprendere le emozioni altrui. Cercando gesti di altruismo incondizionato, senza fine di riconoscimento sociale, si arriverà a donare senza aspettarsi niente in cambio (non solo in senso materiale)! Il raggiungimento di uno stato di empatia potrà alimentare la motivazione ad intervenire nei confronti del prossimo senza tenere in considerazione il riconoscimento sociale.

La capacità di sintonizzarsi con le emozioni degli altri investe l’individuo di un’importante missione sociale che ha lo scopo di diffondere un altruismo puro come quello di cui la natura ci ha dotati alla nascita e che ci darà la possibilità di vedere uno sviluppo costruttivo delle dinamiche sociali.

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