giovedì 9 dicembre 2010

Adolescenti Questi Sconosciuti

DI DANIELE  SEGRETI

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Possiamo tutti noi renderci conto, parlando con i ragazzi più giovani, che la maggior parte di essi è sostanzialmente insicura. Nella sua forma espressiva però, tale insicurezza, va a cozzare pesantemente con la loro apparente spregiudicatezza, palesata nel modo di esprimersi, vestire e socializzare. I giovanissimi spesso hanno una famiglia moderna che, in larga parte, permette loro moltissime cose. Per questo motivo, non essendo abituati a privazioni e durezze, ogni ostacolo, pare loro insormontabile.

Tale situazione di debolezza può essere causata da come vengono imposti loro i modelli dai media, ragazzi e ragazze esteticamente perfetti, ricchi, famosi e pressoché irraggiungibili. Questi termini di paragone, causano moti di sfiducia tali da sembrare inutile qualsiasi approccio consapevole e illuminato alla vita. Spesso infatti si sente dire: "se quel calciatore o quella velina guadagnano montagne di denaro senza aver mai studiato o letto un libro perché mai dovrei impegnarmi nel cercare un significato profondo delle cose?". Tale insicurezza, che possiamo interpretare come una silenziosa richiesta d’aiuto, cercano di compensarla attraverso un attaccamento morboso a pseudo-amicizie in un tourbillon di frequentazioni, anch’esse superficiali, utili solamente ad identificarsi in un’omogenea esteriorità. La bellezza è l’ossessione. Ogni difetto fisico che discosta dal modello televisivo perfetto, è visto come uno scoglio tremendo, da qui l’ampio ricorso alla chirurgia estetica, soprattutto tra le ragazze adolescenti. Illustri specialisti si chiedono il motivo della marcata diffusione di mali “oscuri” quali anoressia, bulimia e depressione, senza accorgersi che i media creano l’humus dove queste patologie proliferano. Ragionando sull’evoluzione della famiglia nel tempo, si palesa un curioso paradosso del nucleo familiare moderno: genitori più severi, che avrebbero dovuto inibire maggiormente i loro figli, crescevano persone più sicure, probabilmente perché la responsabilità della crescita adolescenziale era delegata al genitore che diventava spesso capro espiatorio nel momento in cui le aspettative venivano disattese. Oggi che la libertà per i giovanissimi è massima -anche a causa della separazione tra i genitori o perché lavorano entrambi tutto il giorno- essi si trovano senza alcuna guida, artefici del loro destino, vittime e carnefici allo stesso tempo. Noi, in qualità di adulti, siamo chiamati al difficile compito di riuscire a ricreare modelli credibili ed oggettivi che vadano pian piano a sostituire, i dannosi esempi imposti dai media. Per operare in tal senso, ognuno di noi deve formare nella sua esistenza, un percorso di crescita personale atta a rappresentare un modello per i giovanissimi con cui entriamo in contatto quotidianamente.

Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro - Bob Dylan

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