lunedì 11 aprile 2011

Aspiranti Ribelli

DI MARCO CANESTRARI

punklittle

Spesso, specialmente negli ambienti alternativi, si sente ripetere lo slogan che per non uniformarsi bisogna essere sovrani e leader di se stessi. Ma la persona “ribelle” che si isola nella sua individualità sta veramente fuori da quell’omologazione voluta da chi trae beneficio nel controllare la popolazione? Quale è il senso positivo profondo del “Non uniformarsi”?

Abbiamo già visto nei corsi su come si controllano le masse nei paesi democratici che una popolazione facilmente manipolabile deve essere frammentata, all’insegna del “Divide et impera”, con forti spaccature al suo interno e soprattutto incapace di proporre ed agire articolatamente come fosse un organismo unico. Deve essere composta da individui che non sono spinti a partecipare direttamente, con impegno ed interesse, nelle questioni collettive e sociali. L'individuo che contribuisce di più al rafforzamento di un potere repressivo ed autoritario è quello che non si sente in nessuna maniera parte del mondo in cui vive, che si distacca chiudendosi nel proprio io sentendosi superiore e più importante della massa. La massa deve essere vissuta da ognuno senza empatia come se fosse composta da tutti tranne noi stessi. In una società del genere, ognuno dovrebbe avere la necessità di cercare un po’ di sicurezza nel suo recinto, e sentirsi sempre meno coinvolto da quello che accade fuori. L’uomo medio dovrebbe voler guardare il mondo a distanza, senza sentirsi toccato in prima persona, come attraverso la protezione di uno schermo televisivo.

Quindi, il naturale desiderio di essere libero da pressioni psicologiche e materiali imposte da altri, se si esprime solamente nel piacere personale di sentirsi diverso (magari rendendo trasgressivo il proprio look oppure personalizzando il proprio modo di fare), trascurando però l’agire secondo una visione sociale ed ampia del vivere, allora è perfettamente integrato nel sistema di manipolazione, che incoraggia e premia appunto l’individuo egocentrico e con una scarsa sensibilità collettiva.

Al giorno d'oggi, una persona concretamente rivoluzionaria non si vede dall’eccentricità con cui vuole differenziarsi dagli altri, ma, al contrario, dal suo grado di partecipazione e coinvolgimento nelle questioni sociali e dalla sua capacità di cooperazione verso la soluzione dei problemi collettivi su ampia scala. La libertà, quella della non omologazione, come diceva qualcuno, nasce sempre dalla partecipazione, mai dall'isolamento.

Se non ti occupi di politica, la politica si occuperà di te

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