lunedì 25 marzo 2013

Berlusconi: Mentre l'Italia Affonda Manifestiamo Contro i Giudici

DI FAUNO LAMI

 
 
La piazza è affollata perlopiù da anziani e pensionati, che si raccolgono nella piazza intonando canti che vanno da 'O surdato 'nnammurato' al più classico 'Chi non salta comunista è'. L'unico canale di informazione di questa piazza over 50 è la vecchia televisione, con i suoi altrettanto vecchi padroni. Abbiamo intervistato soprattutto persone più giovani, più avvezze ad internet e alle telecamere, per domandare se fosse proprio un'urgenza (in un periodo delicato come quello attuale) quella di manifestare contro i giudici e se, avendo in molti votato Berlusconi per fermare i 'comunisti', non ritenessero un tradimento questo possibile inciucio tra PD e PDL.

Non sono mancate le critiche per le decisioni organizzative della giornata.Non solo il sindaco di Roma Alemanno ha garantito l'accesso gratuito alla metropolitana ai partecipanti alla manifestazione, ma molti di questi manifestanti si sono scoperti essere delle semplici comparse pagate 10 Euro per fare numero. Questo la dice lunga su questo ormai vecchio e superato modo di fare politica in cui tutto e tutti hanno un prezzo e possono essere comprati.

RIPRESE DI LORENZO FERRETTI

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lunedì 11 marzo 2013

I Reality Show Sono Operazioni Commerciali e Politiche


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Sicuramente molti conoscono la drammatica vicenda di Truman Burbank, il protagonista del pluripremiato The Truman Show, film diventato ormai un cult del cinema americano. Il povero Truman è «in onda senza saperlo»: la sua tranquilla vita a Seahaven, in realtà un gigantesco studio televisivo, viene trasmessa fin dalla sua nascita, 24 ore su 24, sulle reti di tutto il mondo.

Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi se tale film fosse stato trasmesso nelle sale cinematografiche soltanto un paio di anni fa, ma è sorprendente quanto l’intuizione del regista Peter Weir sia stata profetica, considerando che la pellicola è stata prodotta e presentata nel lontano 1998. Weir intendeva portare all’estremo le caratteristiche del Reality Show, una tipologia di programma televisivo allora nascente negli Stati Uniti, ma destinata a diventare un fenomeno mediatico senza precedenti nella storia della televisione. Il Reality Show ha conosciuto il periodo di maggior successo nei primi anni Duemila, grazie alla diffusione su scala mondiale del famigerato Grande Fratello (in inglese Big Brother). La vita quotidiana di dieci persone normali in un’unica Casa, costantemente sorvegliata dalle telecamere, sembra aver conquistato completamente il pubblico di tutto il Pianeta, tanto che diverse versioni di questo Reality sono state create in ben 42 Paesi del mondo.

Per quanto riguarda il nostro Paese, a partire dal nuovo Millennio sono nati numerosi altri programmi sulla falsa riga del Grande Fratello, così ecco come L’Isola dei Famosi, La Talpa e La Fattoria si sono insinuati nelle case degli italiani, distogliendo la loro attenzione dalla realtà, tramite la realtà. Affermazione che può sembrare paradossale, ma non è forse vero che tutto il tempo impiegato a spiare la gabbia ‘Uomo’ allo zoo della televisione, potrebbe essere meglio utilizzato per rendersi più consapevoli di ciò che realmente accade attorno a noi? E’ inutile ripetere che l’Italia è ormai allo sfacelo, economicamente e politicamente, così come è inutile ricordare che il Medio Oriente è devastato da guerre insensate e che i disastri ambientali stanno distruggendo, in tutto il mondo, interi ecosistemi. Paradossalmente questo è ciò che ci sembra più irreale, così lontano dalla nostra vita quotidiana, la quale invece viene brillantemente standardizzata dai personaggi delle varie Case, Isole o Fattorie. La finzione diventa realtà, il mondo reale diviene distante e illusorio.

Ma, è bene considerare un altro aspetto dei Reality Show, ovvero la diseducazione che trasmettono, in primis agli spettatori più giovani. Già nel 2004, al tempo della seconda edizione dell’Isola dei Famosi, l’Unione Italiana Genitori riteneva questo un programma altamente diseducativo, in quanto gli adolescenti non potevano che trarre danno dall’assistere a continue liti, comportamenti aggressivi, scorretti o addirittura volgari da parte dei VIP tenuti in cattività sull'isola. Infatti è noto che i giovani tendano facilmente ad imitare i ‘modelli’ che la televisione propone, poiché così facendo sembra loro di avvicinarsi maggiormente alla strada per il successo. A questo proposito, è evidente come i Reality Show abbiano rivoluzionato, in negativo, il modo di entrare nel mondo dello spettacolo. Se una volta per diventare famosi era necessario coltivare un proprio talento, cercare occasioni per mostrare al pubblico le proprie capacità, nonché lottare e migliorarsi continuamente per raggiungere livelli sempre più alti, oggi la fama si raggiunge con poco. Infatti non è più necessario eccellere in qualcosa, basta vivere per qualche mese sotto l’occhio vigile di centinaia di telecamere e comportarsi in modo da suscitare gossip e polemiche. Forse è per questo che la televisione di oggi viene definita spazzatura, essendosi ormai riempita di showgirls e altri personaggi usciti dai Reality che possono contare su un vasto repertorio di insulti, ma incapaci di parlare un italiano corretto e sprovvisti di qualunque talento artistico.

Infine è da considerarsi l’impatto economico dei Reality Show, i quali non sono altro che un modo per controllare o addormentare le ansie e i sentimenti del grande pubblico, per trasformare gli spettatori, attraverso i modelli di consumo, in potenziali clienti. Infatti, la sponsorizzazione di una vasta gamma di prodotti (vestiti e accessori in primo luogo) all’interno del Reality, ha una grande influenza nelle scelte d’acquisto del pubblico, che si identifica inevitabilmente con i personaggi e tende ad omologarsi ai modelli che propongono. Inoltre, ad incrementare questo business televisivo concorrono anche il basso costo di produzione di questo tipo di programmi, e il grande circolo di denaro legato alla presenza dei ‘nuovi vip’ in altre trasmissioni. Concludendo, è bene rendersi conto che il Reality Show è soltanto un’operazione commerciale e politica, che, a dispetto del suo stesso nome, di reale ha ben poco.
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venerdì 1 marzo 2013

Cosa Significa Dare la Fiducia

DI CLAUDIO MESSORA

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Quindi improvvisamene gli attivisti del M5S si sarebbero bevuti il cervello. Tutti insieme. Dopo avere combattuto per anni il Pdl e il Pd-L, dopo avere mandato "affa" tutto e tutti, improvvisamente sarebbero tutti per votare la fiducia a Bersani & Co. Lo stesso Pd che ci ha regalato la tassa da 4 miliardi servita a pagare i conti di MPS, che non ha mai fatto la legge sul conflitto di interessi, che va a chiudere la campagna elettorale a Berlino. Lo stesso PD che copia le parlamentarie di Grillo ma riserva i posti chiave per le solite Bindi & Co. Lo stesso Pd di Violante, quello di "abbiamo una banca". Quel PD lì. E questi duri e puri del M5S, arrivati in Parlamento al ritmo di "vi apriremo come una scatoletta di tonno", al primo canto delle sirene di gente corresponsabile di tutto questo sfascio, si metterebbero a invocare l'accordo, addirittura la fiducia, come un qualsiasi partitucolo da prima repubblica?

Ma lo sanno questi signori che, se votano la fiducia, si rendono corresponsabili di tutto quello che farà dal giorno dopo il Governo di Bersani & soci? Lo sanno che questi sono vecchi squali della politica, controllano i ministeri e conoscono tutti i trucchi possibili per fare tutto l'ostruzionismo di questo mondo, per cui, conoscendo la tattica della melina meglio di chiunque altro, avendola praticata per intere legislature, prometteranno per l'ennesima volta di tagliarsi gli stipendi, di togliere i rimborsi e tutto il resto, ma poi troveranno tutte le scuse per ritardare fino ad arenare ogni progetto di legge del M5S, mentre cercheranno di far passare nuove ignominie ai danni del popolo italiano, e queste ignominie ricadranno sulla testa del M5S? Forse i titoloni dei giornali, quelli che parlano di base spaccata basandosi su qualche commento su un blog e su una petizione in rete (gli stessi giornalisti che non sanno distinguere "Twitter" da "Tweet", ripetendo grottescamente "ho letto un twitter di tizio e caio" ad ogni ospitata televisiva) sono solo l'ennesima strumentalizzazione giornalistica orchestrata dalla vecchia politica. Forse questa Viola Tesi che all'improvviso spunta fuori dal nulla, con una petizione pro fiducia (pro Pd) in rete, guarda caso su un sito che nulla ha a che fare con il M5S, raccogliendo magicamente decine di migliaia di firme, non è esattamente espressione della base del Movimento. Potrebbe mai esserlo una che fino a un paio di mesi fa almeno militava convintamente nella base del Partito Pirata? Lo stesso partito pirata che deve vedersela con quel Marco Marsili che proprio durante le scorse elezioni, sbugiardato da Anonymous o chi per essi, cospirava contro il M5S cercando di distruggerlo? Ed ecco, cliccando qui, una delle tante conversazioni che provano la sua partecipazione attiva nella base del Partito Pirata. Può una attivista convinta di un altro movimento, a uno o due mesi dalle elezioni, diventare come per magia espressione della base del M5S ed essere rilanciata, in primis da Repubblica, il giornale della tessera numero uno del PD (De Benedetti), con la sua petizione pro Pd (adesso capite la ragione delle regole sulle candidature di Grillo)? E le 75mila firme raccolte, come per magia, in meno di 48 ore, sono della base del M5S? Cosa dà cotanta sicumera ai signori giornalisti che fanno i titoli? Fanno le pulci a una che non conosce il numero esatto dei senatori della Repubblica, e poi sparano titoli così palesemente scollegati dai fatti?

Già, perché è evidente che se una di un altro partito viene spacciata per una rappresentante della base del M5S solo perché pubblica una lettera su un sito qualunque, con la stessa nonchalance si possono far votare decine di migliaia di militanti di un qualunque altro partito sotto a una petizione qualsiasi e poi spacciare le firme come la prova evidente che la base del M5S (o quella dell'ultimo partito della Nuova Guinea) è compatta contro il suo leader. E si può perfino arrivare a colonizzare un intero blog, con iscrizioni mirate dell'ultima ora. Tant'è vero che alcuni, tra i firmatari, non si fanno neppure scrupolo di mascherare il fatto non solo di non essere appartenenti alla base del Movimento Cinque Stelle, ma neppure di essere espressione di quegli 8 milioni e mezzo di italiani che hanno condiviso e votato le proposte di Grillo. Cari "grillini" (a me questo termine potete passarlo): voi siete arrivati adesso con le valigie di cartone, ma questi conoscono l'arte di mettervelo in quel posto meglio di chiunque altro, avendo una lunga scuola alle spalle. Cercate di non farvi fregare e rimettete, con lucidità, ogni tassello al suo posto. Voi, per la vostra storia e per la natura radicale delle vostre rivendicazioni, che sono quelle che gli italiani vi hanno chiesto esplicitamente di portare avanti, non potete votare la fiducia a un partito che si è reso corresponsabile dello stato in cui versa questo Paese. Tutt'al più, se proprio Pd e Pd-L ci tengono alla governabilità, possono sempre votare, loro, la fiducia al primo Governo targato MoVimento 5 Stelle.

FONTE: BYOBLU

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