domenica 27 ottobre 2013

La Gente Sta Scomparendo

DI  MARCO CANESTRARI

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Tutti stiamo perdendo progressivamente qualcosa: Chi la casa, chi il lavoro, chi l'auto, chi solo qualche comodità... E con grande sofferenza ci riadattiamo a questa fase di paura reagendo chiudendoci a riccio, aspettando che qualcuno faccia finalmente qualcosa per noi e che la crisi passi da sola. Ognuno passivo, senza energie, sotto shock, tira fuori una buona giustificazione per cui lui non può fare nulla data la sua situazione di emergenza personale. É proprio questa chiusura e mancanza di azione di tutti quelli che hanno più del necessario che porta tutta la popolazione a non avere più il necessario.

Non aspettatevi le vecchie rivoluzioni fatte da una marea umana che non ha realmente da mangiare, perché non ci daranno questa facile soluzione. Nessuno vedrà questa marea umana e la televisione non ci fornirà la visione d'insieme della situazione reale del paese. Si uccideranno imprenditori che fino al giorno prima guadagnavano più di noi, sarà o tutto o niente. La gente semplicemente scomparirà, i tuoi vicini cambieranno casa, mentre la tv continuerà a farci vedere tenori di vita da 20 mila euro al mese. O vivi con l'iPhone o il giorno dopo, per legge!, per legge devi morire di tagli, di tasse e debiti. Scomparirai come tutti gli altri, non esisterai più, a livello sociale non conterai più, non avrai più peso né valore né diritti né tutele. La ragione sarà: mancanza di fondi. Tutti gli altri continueranno a decidere per te, e la legge continuerà ad essere uguale per tutti promulgando incessantemente nuovi divieti: Divieto di dormire sotto i ponti sia per i ricchi che per i poveri. E tutti noi giustificheremo questo sistema economico, questa legge e quindi l'ennesima morte e l'ennesima famiglia spaccata. Figli nasceranno dalla sofferenza e la porteranno con sé alle prossime generazioni e noi staremo fermi a guardare.

La crisi passerà, ma non ora, e non per mano dei banchieri. Passerà solo quando tutti capiremo che chiudersi senza cooperare per uno scopo comune é l'ultima cosa che dobbiamo fare, ma che siamo stati addestrati ben benino a fare.


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mercoledì 16 ottobre 2013

Sicurezza in Cambio di Libertà

DI MARCO CANESTRARI


La paura è lo strumento di controllo più efficace. Come si fa ad ottenere che la massa accetti una diminuzione della propria libertà?

Proponendo di continuo una situazione altamente ostile e alimentando la paura della popolazione si può senza grande difficoltà ottenere, in cambio di maggiore sicurezza una volontaria accettazione di una diminuzione della libertà.

TESTO DI GIANPAOLO MARCUCCI

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domenica 13 ottobre 2013

Osho e l'Illuminazione

DI SANDRO FLORA

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Osho, qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo esserti illuminato?

OSHO: Ho riso. Mi sono fatto una bella risata nel vedere la totale assurdità dei tentativi di illuminarsi. È davvero ridicolo, perché noi siamo nati illuminati ed è assolutamente assurdo sforzarsi tanto verso qualcosa che già siamo. Se già hai una cosa non la puoi raggiungere; solo le cose che non si hanno, quelle che non sono parti intrinseche del nostro essere, possono essere conseguite. Ma essere illuminati è parte della nostra natura. Per vite intere ho lottato, quello è stato il mio scopo per molte, molte vite. Ho fatto tutto ciò che era umanamente possibile per realizzare l’illuminazione, ma ho sempre fallito. Era inevitabile, perché l’illuminazione non può essere una conquista. È la nostra natura, come può essere conquistata? Non può essere motivo di ambizione. La mente è ambiziosa, ambisce il denaro, il potere, il prestigio. Poi un giorno, quando si stanca di tutte queste attività estroverse, comincia ad ambire l’illuminazione, la liberazione, il nirvana e dio. Ma si tratta della stessa ambizione che ritorna, solo l’oggetto è cambiato. Prima l’oggetto era all’esterno, ora è all’interno. Ma l’atteggiamento, l’approccio, non è cambiato: tu sei la stessa persona, sullo stesso percorso, con le stesse abitudini.

‘Il giorno in cui mi sono illuminato’ significa semplicemente il giorno in cui ho scoperto che non c’è nulla da raggiungere, non c’è nessun posto dove andare e non c’è nulla da fare. Noi siamo divini, siamo già perfetti, così come siamo. Non è necessario alcun miglioramento, assolutamente nessuno. Dio non ha mai creato nulla di imperfetto e se anche incontrate un uomo imperfetto, vedrete che la sua imperfezione è perfetta. Quando dico “Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione”, uso un linguaggio improprio, ma non esiste altra possibilità di espressione, perché il linguaggio è stato creato da noi. È composto da parole come ‘conseguimento’, ‘traguardo’, ‘miglioramento’, ‘progresso’ ed ‘evoluzione’. Il nostro linguaggio non è stato creato da persone illuminate; non avrebbero potuto farlo anche se lo avessero voluto, perché l’illuminazione accade in silenzio. Come si può tradurre quel silenzio in parole? Qualunque cosa si faccia, le parole distruggono qualcosa di quel silenzio. Lao Tzu dice: “Nel momento in cui la verità viene espressa, diventa falsa.” Non è possibile comunicare la verità. Si è costretti ad usare il linguaggio, non c’è altro modo per comunicare. Quindi si userà il linguaggio, sapendo che non è adeguato all’esperienza. Per cui dico ‘Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione’ ma in realtà non c’è alcun conseguimento, né c’è nulla di mio.

[A questo punto mentre Osho parla viene a mancare la corrente: tutto è buio e silenzio]

Ecco accade così! Dal nulla, all’improvviso il buio, all’improvviso la luce e non ci puoi fare nulla. Puoi solo osservare. Quel giorno ho riso per tutti i miei sforzi stupidi e ridicoli per conseguire l’illuminazione. Ho riso di me e ho riso dell’intera umanità, perché tutti cercano di raggiungere, di arrivare, di migliorare. A me accadde in uno stato di rilassamento totale e accade sempre in questo stato. Avevo provato di tutto e poi, vedendo l’inutilità dei miei sforzi, ho abbandonato ogni ricerca… ho lasciato perdere il mio progetto e me ne sono dimenticato. Tu mi chiedi, “Qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo che ti sei illuminato?” Ho riso e da allora ho continuato a ridere. Non vi posso ridere in faccia, mentre vi racconto le barzellette, altrimenti le rovinerei, ma rido tramite voi.

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giovedì 10 ottobre 2013

Riflessioni sulla Crisi

DI ALBERT EINSTEIN

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Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.

FONTE: IL MONDO COME LO VEDO IO

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sabato 5 ottobre 2013

Scatole - Lo Spettacolo di Ecco Cosa Vedo

DI FAUNO LAMI E GIANPAOLO MARCUCCI


LO SPETTACOLO DI ECCO COSA VEDO FINALMENTE SU YOUTUBE

Come sarebbe scoprire di vivere in una scatola? Italo ogni giorno si sveglia e cerca conforto nella sua sicura e pianificata esistenza. Va a lavoro, guarda la televisione, compra la sua serenità in un centro commerciale, si gode lo svago e riposa nel weekend. Insomma, cerca in tutti i modi di scavarsi un posto da persona rispettabile, da persona “normale” in questa società. Italo è un cittadino responsabile, crede che la politica sia una cosa importante, si informa, segue i dibattiti e va soddisfatto a votare per la sua squadra...pardon...il suo partito. Italo a suo modo manifesta, si fa sentire, partecipa, come gli hanno insegnato, perché partecipare è importante, ma sempre secondo le regole prestabilite. Ogni giorno poi si ricorda di fare tutte le cose che si devono fare. Per sentirsi accettato, per sentirsi sicuro, per sentirsi parte del gruppo, della massa; perché in fondo lo sappiamo: è importante fare parte dei buoni e non restare mai soli. Italo è un uomo sempre di corsa e la società frenetica è la sua casa, la sua mamma, la sua gabbia.

Ma se d’improvviso questo meccanismo si interrompesse? Cosa succederebbe se Italo un giorno alzasse lo sguardo e cominciasse ad osservare, ad osservarsi? Potrebbe iniziare davvero a scegliere cosa fare? Dall'azione politica collettiva alla dimensione individuale più profonda, gli autori cercano di scavare in tutti quegli angoli in cui durante la vita l'uomo crede di essere libero, di operare una scelta consapevole e invece si ritrova ad esser circondato dalle pareti di una scatola, una scatola, che, a guardarla bene, pare proprio non potersi aprire.

SCATOLE
Regia e Sceneggiatura:
Fauno Lami e Gianpaolo Marcucci
Con:
Fauno Lami
Gianpaolo Marcucci
Maria Sofia Cori
Simone Fraschetti
Carlo Di Clemente
E con l'aiuto e la partecipazione straordinaria di:
Marco Canestrari

Scatole è andato in scena nel maggio 2012 al Teatro dell'Orologio di Roma ed è stato un grande successo.

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mercoledì 2 ottobre 2013

Le Nostre Azioni Influiscono su Ogni Cosa

TRADOTTO PER ECV DA ALESSANDRO MAMMOLITI

Le nostre azioni influiscono su ogni cosa

Nel cambiamento di mentalità verso una visione del mondo come un tutt’uno interconnesso e non più separato, diverse idee largamente condivise si perdono per strada. Uno di questi concetti è il valore stesso dell’uomo e l’importanza delle nostre azioni. 

In base alla concezione di un mondo separato secondo cui gli elementi dell’intero universo sono tra loro scollegati, si può presto giungere alla conclusione che siamo troppo piccoli per fare qualsiasi differenza significativa, e che le nostre azioni sono troppo poco incisive per avere alcun peso. Le crudeltà nei confronti del prossimo, l’inquinamento delle nostre auto, i mozziconi di sigaretta che buttiamo per strada sono azioni senza molta importanza agli occhi di un essere separato dal mondo. Per sfortuna la stessa linea di pensiero si applica per le azioni positive. Cosa vuoi che conti un gesto di cortesia nei confronti di uno sconosciuto o un aiuto ad un essere in difficoltà? Nel grande disegno dell’intero universo, come possono i miei gesti di altruismo fare la minima differenza? Secondo una visione del mondo per cui ognuno di noi è parte integrante di un collettivo, le nostre azioni hanno ben altro significato. Una persona connessa sa che tutti gli atomi di cui è composto il nostro corpo provengono dal cuore di stelle esplose. Sa che ognuno di noi è tutt’uno con ogni essere, un membro importante della più grande delle famiglie. In base a questa nuova concezione del mondo, le nostre azioni hanno un impatto significativo e influiscono su ogni altra cosa nel mondo. Quando gettiamo via della plastica che finisce poi in mare, questa inevitabilmente torna indietro attraverso la catena alimentare. Provochiamo così un danno senza nemmeno accorgercene. Ogni volta che ci prodighiamo ad istruire un bambino con amore e gentilezza, lasciamo un’eredità che si protrae nello spazio e nel tempo. Ogni volta che facciamo un gesto di cortesia nei confronti di uno sconosciuto o ci fermiamo ad aiutare un essere in difficoltà, un’azione del genere è capace di creare un circolo virtuoso che può davvero cambiare il mondo. La concezione di un mondo interconnesso presuppone il superamento del cinismo che deriva dal nostro senso di impotenza nel poter apportare un cambio positivo al mondo. Questa visione predilige l’amore all’egoismo, la gratitudine al consumo, l’altruismo all’avarizia. È una concezione che si sposa con un ordine di idee figlio di una generazione matura che si lascia alle spalle vecchi modelli di pensiero.


FONTE: SUSTAINABLE MAN

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